NOME | ALBERTO |
COGNOME | MASINI |
DATA DI NASCITA | 13/07/1998 |
NAZIONALITÀ | ITALIA |
RUOLO | PRESIDENTE E STICK |
CONOSCIAMOLO MEGLIO
Alberto Masini, nasce a Milano il 13 luglio del 1998. Appassionato di calcio, nel tempo libero si dedica all’arte e ad uscire con gli amici. Laureato in Bocconi. Già da bambino aveva iniziato a calcare i campi di Powerchair hockey; per alcuni anni aveva smesso per poi ricominciare questa avventura durante il liceo. Ormai sono più di 10 anni che pratica questo bellissimo sport ed è attualmente il presidente della squadra. Alberto è una persona molto socievole, simpatica ed empatica, sia in campo che fuori, motivi per cui il mister lo ha nominato vicecapitano della squadra. Gioca come Stick e quando entra in campo tira fuori molta grinta e determinazione che lo rendono un ottimo giocatore, capace di bloccare gli avversari ma allo stesso tempo di mettere i compagni di squadra nelle condizioni migliori per segnare. Del suo ruolo di Stick gli piacciono tutti gli aspetti soprattutto quelli legati alla parte difensiva e ha sempre voglia di migliorarsi. Tra i migliori risultati ottenuti in carriera c’è il secondo posto al torneo internazionale di Praga e due stagioni in A1, dove è arrivato ad un passo dalle finali.
Per quale motivo hai scelto il numero 13 sulla maglia?
Ho scelto il numero 13 perché è il giorno in cui sono nato e trovo che sia un numero che mi rappresenta. Mi piace tanto ed erano anni che lo volevo utilizzare.
Quali sono i motivi per cui hai scelto questo sport? Quali emozioni suscita?
Ho scelto di praticare questo sport perché sono appassionato di sport in generale e appena posso seguo qualsiasi sport in televisione, e poi l’ho scelto per l’adrenalina che mi dà, per lo stare insieme e per tutto quello che suscita in me la competizione. Mi sento anche orgoglioso di praticare uno sport così competitivo che ritengo anche molto importante per la socialità.
Oltre ad essere giocatore e vicecapitano dei lupi sei anche presidente della squadra, quali sono i punti di forza di questa squadra?
Ci sono tanti punti di forza, il primo è che il progetto dei Wolves lo abbiamo costruito tutti insieme, con una volontà comune insomma siamo come una famiglia. Condividiamo obiettivi, ideali e la filosofia di come la nostra associazione e la nostra squadra debbano essere gestite. Inoltre c’è anche una grande collaborazione, affinità tra tutti noi, tanta voglia di lavorare per migliorare e per raggiungere tanti obiettivi in campo e fuori. Infine forse è l’entusiasmo la caratteristica principale che ci contraddistingue.
Nel corso degli anni come giocatore hai visto varie squadre. C’è una squadra in particolare che secondo te dovrebbe essere un esempio da seguire? (Se sì perché?)
Di squadre forti con un bel gioco ce ne sono molte, sia in Italia che in Europa. L’importante è come si riesce ad unire competitività e intensità delle giocate. Ci deve essere armonia tra i giocatori e tra i membri della squadra e sotto questo punto di vista tante squadre estere sono un esempio. Nei tornei internazionali ci sono molti momenti di socialità e di gioia ed è qualcosa di veramente bello e nobile da sperimentare. Per quanto riguarda il nostro percorso, forse la squadra che più ci assomiglia per la situazione di partenza sono i Macron Warriors Viadana. Come noi, sono partiti da zero e sono riusciti ad andare avanti in modo proficuo. Chiaramente dobbiamo cercare di avere un progetto vincente come il loro e arrivare ad avere risultati importanti come hanno fatto e stanno facendo. Sono una bellissima squadra e una bellissima società e dobbiamo guardarli come un esempio. Siamo gemellati e la collaborazione con i Warriors è per me motivo di orgoglio.